Giuseppe Scalarini (1873-1948). Il segno intransigente. Grafica politica, satira e illustrazione
Archivi del Novecento, dal 15 novembre 2013 al 9 marzo 2014
a cura di Giovanna Ginex
Giuseppe Scalarini
Mantova 1873 – Milano 1948
Biografia a cura di Manlio Benigni
Giuseppe Scalarini nasce a Mantova il 29 gennaio 1873, figlio di Rainero, un impiegato delle ferrovie già volontario nella seconda e terza guerra d’Indipendenza, e di Virginia Lonardi.
Nel 1888 si diploma alle scuole tecniche, manifestando un precoce interesse per l’arte e il disegno. Tiene la prima mostra a Mantova nel 1890; in questa occasione conosce il coetaneo, futuro
socialista e capo del governo Ivanoe Bonomi, con cui fonda nel 1891 la Società Letteraria. Nello stesso anno trova impiego presso la direzione locale delle ferrovie a Firenze, dove frequenta
l’Istituto di Belle Arti.
Nel febbraio 1892 parte per un soggiorno di un mese e mezzo a Parigi, un ambiente ricco di giornali satirici, il suo nuovo interesse.
Nel 1894 si trasferisce a Venezia, dove si iscrive al terzo corso dell’Accademia di Belle Arti.
Tornato a Mantova, il primo novembre 1896 fonda con altri amici il Merlin Cocai, settimanale di impronta radicale e socialista. Si trasferisce poi a Bologna, per lavorare presso la litografia
Wenk.
Nel 1897 pubblica il suo primo opuscolo, “Penitenziario”. “Note di viaggio di Geppe Scalarini” raccolte da Amedeo Mezzadri.
Il 1898 è l’anno dei moti di piazza per l’abolizione del dazio sul grano, che finiranno repressi a colpi di cannone dal generale Bava Beccaris. Scalarini il primo maggio fonda La Terra, primo
giornale socialista mantovano, insieme a Bonomi e Giovanni Zibordi.
Il 4 luglio del 1898 viene registrato per la prima volta presso la Prefettura di Mantova come iscritto al partito socialista e “frequentante la classe politica di persone affiliate a partiti
sovversivi”. Per lui, in seguito a disegni antimilitaristi e antigovernativi, scatta la condanna per reato contro lo Stato.
È costretto a rifugiarsi in Austria, poi a Berlino, dove collabora con giornali satirici di prestigio, quali il Fliegende Blätter di Monaco e il Lustige Blätter di Berlino. Su richiesta della
polizia italiana, il 17 febbraio 1901 viene espulso dalla Germania, ripara quindi a Londra, poi in Belgio e a Parigi.
L’amnistia seguita alla salita al trono di Vittorio Emanuele III gli consente nel 1901 di tornare a Mantova. A maggio si trasferisce a Grisignana, in Istria: qui nel 1902 conosce Carolina Pozzi,
sua inseparabile compagna, che gli darà cinque figlie.
Rientra a Mantova nell’agosto 1903. Continua a disegnare sul rifondato Merlin Cocai, del quale è proprietario e direttore. Diventa celebre la sua firma: il disegno di una piccola scala seguita
dalla sigla “rini”. Dopo la revoca del suo decreto di espulsione dalla Germania, a marzo 1904 ritorna a Berlino, e vi rimane fino al giugno del 1907.
Di nuovo a Mantova, ritorna a disegnare sul Merlin Cocai. Tra il 1908 e il 1911 lavora presso le Ferrovie del Ticino, riprende la sua collaborazione con il Fliegende Blätter e il Lustige Blätter,
e disegna pure per il Pasquino.
Trasferitosi a Milano, il 22 ottobre 1911, in piena guerra di Libia, pubblica la sua prima vignetta sull’Avanti!, diretto da Claudio Treves. Inizia così una collaborazione quotidiana che durerà
fino al 10 gennaio 1926, anno delle famigerate “leggi eccezionali” censorie del regime fascista, producendo oltre 3700 inconfondibili vignette. I bersagli, più che singoli personaggi politici,
sono temi universali e d’attualità: la guerra, la voracità del capitalismo, lo sfruttamento del proletariato, lo squadrismo fascista, la monarchia imbelle. La sua attività satirica gli procura
tra il 1911 e il 1922 svariati processi.
Pubblica diversi testi antibellici accompagnati da disegni: “La guerra nella caricatura” (1912), “Il processo della guerra” (1913), “La guerra davanti al tribunale della storia” (1920) e “Abbasso
la guerra” (1923).
Nel 1920 viene aggredito a Gavirate (in provincia di Varese), dove risiede dal 1914, da un gruppo di squadristi che gli somministrano l’olio di ricino. Si trasferisce quindi a Savona, poi a
Travedona (Varese).
Il 1921 è l’anno di maggior produzione artistica, collabora in contemporanea a una decina di testate.
Dal dicembre 1921 al settembre 1925 collabora anche alla nuova serie dell’Asino.
Nel 1926, in seguito all’attentato a Mussolini del 31 ottobre a Bologna, si scatenano rappresaglie fasciste contro giornali e militanti di sinistra. Il Tribunale speciale di difesa dello Stato
istituisce leggi eccezionali contro gli oppositori del regime. A novembre, Scalarini viene picchiato a Milano da una squadra di camicie nere. L’aggressione gli causa la frattura della mandibola e
una commozione cerebrale.
Uscito d’ospedale, il primo dicembre 1926 viene arrestato e trasferito davanti al Tribunale speciale, che lo condanna a cinque anni di confino, prima a Lampedusa, poi a Ustica, dove resta fino al
novembre 1929, quando viene trasferito a Milano, restando comunque “sorvegliato speciale”. L’esperienza del confino sarà trattata da Scalarini in un diario pubblicato postumo, dal titolo “Le mie
isole”.
Gli viene impedito di firmare “qualunque suo lavoro di qualsiasi genere”, divieto che non viene mai revocato. Scalarini quindi si dà alla letteratura per l’infanzia, pubblicando nel 1933 “Le
avventure di Miglio”, che esce a firma della figlia Virginia Chiabov. Collabora anche al Corriere dei piccoli dal 1932 al 1946 ed alla Domenica dei Corriere dal 1934 al 1946.
Il 15 luglio 1940 viene nuovamente arrestato a Gavirate, il 20 è internato nel campo di concentramento di Istonio (oggi Vasto, in provincia di Chieti). Viene poi trasferito a Bucchianico
(Chieti). Il 22 dicembre viene revocato l’internamento, ma ripristinata la vigilanza. Nel 1943 sfugge all’arresto della polizia di Salò.
Nel dopoguerra riprende la collaborazione con l’Avanti! e lavora anche per l’Umanità il Codino Rosso e il Sempre Avanti!.
Perde l’amata Carolina, che sposa in punto di morte nel 1943, e la figlia Giuseppina nel 1945.
Giuseppe Scalarini muore a Milano il 30 dicembre 1948.
Della sua sterminata produzione satirica, ammirata anche in numerose mostre postume, restano 13.000 disegni, di cui circa 5800 originali.
Giuseppe Scalarini
Mantua 1873 – Milan 1948
Biography by Manlio Benigni
Giuseppe Scalarini was born in Mantua on January 29th 1873, son of Raniero, a railroad employee that had been a volunteer in the second and third Italian Independence wars, and of Virginia
Lonardi. In 1888 he earns his technical schooling diploma, expressing an early interest for the arts and drawing. He holds his first exhibition in Mantua in 1890; during this event he meets
the coetaneous, future socialist and government leader Ivanoe Bonomi, with whom he founds the Società Letteraria (Literary Society) in 1891. During the same year he finds a job at the local
railway direction in Florence, where he attends the Belle Arti institute. In February 1892 he moves to Paris, an environment filled with satirical newspapers –his new interest- for a month
and a half. In 1894 he moves to Venice, where he enrols in the third class of the Accademia di Belle Arti. When he returns to Mantua, he founds the Merlin Cocai on November1st 1896, a weekly
imprinted on radical and socialist thought. He later moves to Bologna, to work at the Wenk lithography. In 1897 he publishes his first booklet called “Penitenziario”. “Note di viaggio di
Geppe Scalarini” (“Penitentiary”. “Travel notes by Geppe Scalarini”) assembled by Amedeo Mezzadri. 1898 is the year of the street rebel movements in order to abolish the duty on grain, that
will be repressed by cannons under the order of general Bava Beccaris. On May 1st, Scalarini founds La Terra, Mantua’s first Socialist newspaper, along with Bonomi and Giovanni Zibordi. On
July 4th 1898, Scalarini is officially registered at the Mantua Prefecture as a card-carrying member of the socialist party and as “one attending the political class of people affiliated with
subversive parties.” Following some of his antimilitaristic and anti-governmental sketches he was sentenced for State offence. He was forced to take refuge in Austria, then in Berlin, where
he cooperates with prestigious satirical newspapers, such as Munich’s Fliegende Blatter and Berlin’s Lustige Blatter. On request by the Italian police, he is expelled from Germany on February
17th 1901, and therefore seeks shelter in London, later on in Belgium and in Paris. The amnesty that came after the crowning of Vittorio Emanuele III permitted Scalarini to return to Mantua
in 1901. In May he moves to Grisignana, in Istria: here, in 1902, he meets Carolina Pozzi, the inseparable companion that will bear him five daughters. He returns to Mantua in August 1903. He
continues drawing on the re-founded Merlin Cocai, of which he is owner and editor in chief. His signature, the drawing of a small ladder followed by the ending syllables “rini,” becomes
popular. After the revocation of his expulsion orders from Germany, he returns to Berlin in March 1904, where he will stay until June 1907. Once again in Mantua, he goes back to drawing
on Merlin Cocai. Between 1908 and 1911 he works for the Ticino railways, and resumes his collaborations with the Fliegende Blatter and the Lustige Blatter, and also draws for the Pasquino.
Scalarini moves to Milan on October 22nd 1911, during the war in Libya, publishing his first sketch on the Avanti!, edited by Claudio Treves. A daily collaboration, that will last until
January 10th 1926, year of the infamous censorious Fascist “exceptional laws,” begins, with the production of over 3700 unmistakeable sketches. Rather than being just single political
characters, the targets are universal and current events: the war, the voraciousness of capitalism, the exploitation of the working class, the organization and activities of the Fascist
paramilitary squads, the cowardly monarchy. His satirical activity let him to various trials between 1911 and 1922. He publishes different anti-war texts with respective drawings: “La guerra
nella caricatura” (War in caricature, 1912), “Il processo della guerra” (The war process, 1913), “La guerra davanti al tribunale della storia” (The war in front of history’s court, 1929) and
“Abbasso la guerra” (Down with war, 1923.) In 1920 he is assaulted in Gavirate (in the Varese province), where he has been living since 1914, by a group of Fascist paramilitary squads that
administer him castor oil. He therefore moves to Savona and then to Travedona (Varese). The year 1921 is the one of his greatest artistic production, when he contemporaneously cooperates with
ten different newspapers. From December 1921 to September 1925 he also cooperates to the new series of the Asino. The attack on Mussolini in Bologna on October 31st 1926 triggers Fascist
reprisals against left-party newspapers and militants. The State’s special defence Court institutes exceptional laws against the regime opponents. In November, Scalarini is beat in Milan by a
group of Blackshirts. This attack causes the fracture of his mandible and a brain concussion. When he comes out of the hospital on December 1st 1926 he is arrested and transferred in front of
the special Court, that condemns him to five years of confinement, first in Lampedusa, then in Ustica, where he stays until November 1926, when he is moved back to Milan, remaining “specially
supervised”. Scalarini will deal with the experience of confinement in a later on published diary called “Le mie isole” (My islands). He is prevented by signing “any of his work of any type”,
a ban that will never be revoked. Hence, Scalarini begins writing children literature, publishing “Le avventure di Miglio” (Miglio’s adventures) in 1933, that has the signature of his
daughter Virginia Chiabov. He also cooperates with the Corriere dei Piccoli (a newspaper for children) from 1932 to 1946 and with the Domenica del Corriere from 1934 to 1946. On July 15th
1940 he is arrested once again in Gavirate, on the 20th he is interned in the Istonio (nowadays Vasto, in the province of Chieti) concentration camp. He is later transferred to Bucchianico
(Chieti). On December 22nd the internment is revoked but the monitoring is renewed. In 1943 he escapes an arrest by the Salò police. After the War he re-starts his collaboration with the
Avanti!, and also works for l’Umanità, the Codino Rosso and the Sempre Avanti!. He loses his beloved Carolina, which he marries close to her death in 1943, and his daughter Giuseppina in
1945. Giuseppe Scalarini dies in Milan on December 30th 1948. 13.000 drawings, of which 5800 originals, are left of his immense satirical production, that has also been admired in many later
exhibitions.